N. 158-2006 Le diseguaglianze nella salute eTerritorioBsi Sabina Muti Sara Barsanti* Direttore Laboratorio Management e Sanità Scuola superiore Sant'Anna e Regione Toscana * Ricercatore Laboratorio Management e Sanità L'accesso al percorso materno infantile X a nostra avversionealla diseguaglianzadi norma non ricer- ca una precisione assoluta, identificando un livello giusto di diseguaglianza e analiz- zando i relativi prò e contro. Al contrario, l'impegno è so- stanzialmente diretto a evita- re le diseguaglianze sostan- ziali e le ingiustizie gravi". (A.K. Sen 1992) Da anni la Regione Toscana sia nel Piano sanitario, sia mediante molteplici delibere1 ha posto fortemente la sua attenzione al percorso mater- no infantile quale momento fondamentale nella vita delle famiglie, quale occasione im- portante per stabilire un pat- to tra queste e le istituzioni sanitarie al fine di offrire ser- vizi capaci di mantenere l'e- vento della nascita nella sua piena naturalità e fisiologia. Tutto il percorso della mam- ma dalla gravidanza al parto e poi ai primi anni di vita del bambino rappresenta, quindi, per le Aziende sanitarie to- scane un'occasione importan- te per supportare, educare, informare le famiglie sia rela- tivamente al percorso stesso, sia rispetto a molti aspetti della vita quotidiana che pos- sono avere effetto sulla salu- te e sulla qualità di vita, co- me per esempio l'alimenta- zione, l'igiene,ecc... Su questa linea la nostra Re- gione si è fortemente impe- gnata, ma questo sforzo ha raggiunto tutte le mamme con uguale incisività, com- pletezza e qualità? Tutte le donne hanno avuto modo e facilità di accesso ai servizi? Tutte hanno avuto le infor- mazioni giuste al momento giusto? In una parola, l'azio- ne delle nostre Ausi rispetto al percorso materno infantile, oltre all'efficacia e all'effi- cienza, ha perseguito anche l'equità? Per rispondere a queste domande sono stati analizzati i risultati dell'inda- gine realizzata nel corso del 2005, presso un campione di 3.720 donne che avevano partorito nei mesi precedenti l'intervista, con l'obiettivo di verificare nel percorso mater- no infantile quale era stato l'effettivo accesso ai servizi pre e post-parto e se il livello di scolarizzazione avesse avuto una qualche influenza sul livello di accesso. Con tali finalità sono stati svi- luppati alcuni indicatori di equità ed accesso per ognuna Dagli indicatori elaborati nel percorso materno infantile in Toscana emergono particolari diseguaglianze legate al livello di istruzione delle madri della fasi del percorso stesso, con riferimento all'erogazione dei Servizi sanitari, che sono stati poi inseriti nel sistema di valutazione della performance delle Aziende sanitarie tosca- ne (NutiS., 2005). È di estrema importanza, in- fatti, che le prospettive di equità siano a pieno titolo in- cluse nelle logiche gestionali al fine di aumentare la sensi- bilità degli operatori sulle modalità perseguite neU" ero- gazione dei servizi, erogazio- ne che in molti casi non tiene sufficientemente conto dei gruppi di utenti più svantag- giati che difficilmente acce- dono ai servizi e alle informa- zioni. Con questa fecalizza- zione le Aziende possono operare per far sì che le risor- se siano distribuite ed i pro- cessi siano disegnati in ma- niera tale da uniformare (equalize) gli outcome di sa- lute dei gruppi più svantag- giati con quelli dei gruppi più benestanti e più colti. Si tratta di un primo passo verso l'elaborazione di indica- tori di equità a supporto del sistema sanitario regionale e delle Aziende sanitarie stes- se; molto ancora deve essere fatto sia in termini di misura- zione, monitoraggio e valo- rizzazione, sia in termini di accessibilità e reperibilità dei dati e delle informazioni. Nei prossimi paragrafi sono riportati alcuni risultati che sono emersi dall'analisi di tali indicatori, utili ad una rifles- sione almeno per il percorso materno infantile. Le diseguaglianze nel per- corso materno infantile Le diseguaglianze in salute nel percorso materno infanti- le possono derivare da com- portamenti che si manifesta- no già da prima della nascita: basti pensare, ad esempio, al- le scadenti condizioni di vita e di nutrizione nel grembo Si veda a titolo di esempio Delibera DRG n. 555/2004 e Delibera DRG n. 784/2004. S^ute.IMbV»*. •erntono Le diseguaglianze nella salute N. 158-2006 materno che possono causare un ritardo nella maturazione dei tessuti con conseguenti effetti in età adulta. In tutti gli indicatori il fattore considerato come discriminate per la salute e l'accesso alle cure/servizi sanitari dei diver- si gruppi di popolazione è rap- presentato dai differenti livel- li di istruzione. Si può ipotiz- zare che, in realtà, il livello di istruzione sia una buona proxy del livello di reddito de- gli individui. In Italia, la mag- gior parte degli studi sull'e- quità, infatti, prende in consi- derazione il livello di istruzio- ne dei cittadini: in generale si assume che a più bassi livelli di scolarizzazione sono asso- ciati livelli di deprivazione maggiori che impediscono un accesso equo alle risorse e, in conclusione, alla salute (Costa 1994; Rapiti 1999). I dati dell'analisi provengono, come citato in precedenza, da un'indagine telefonica ri- guardante il livello di soddi- sfazione delle madri nell'inte- ro percorso materno infanti- le. Tale indagine si è svolta in parte nel 2004, per le Azien- de sanitarie 3 di Pistoia, 5 di Pisa ed 8 di Arezzo, ed in par- te nel 2005, per le Aziende sanitarie 1 di Massa Carrara, 2 di Iucca, 4 di Prato, 6 di Li- vorno, 7 di Siena, 9 di Grosse- to, 10 di Firenze, 11 di Empo- li e 12 di Viareggio e l'Azien- da ospedaliero-universitaria pisana. Il totale del campione è di 3.720 interviste realizza- te. Il livello di istruzione del- le madri intervistate risulta così composto: • 2% di madri con licenza elementare; • 28% di madri con licenza media inferiore; • 53% di madri con diploma di scuola media superiore; • 17% di madri con laurea o altro titolo universitario. Tale distribuzione risulta es- sere una reale fotografia delle realtà toscana. Sulla base dei dati raccolti, è stato creato un albero di indi- catori, comprendente quattro sotto-indicatori specifici ri- guardanti equità ed accesso: 1. Al corso di preparazione alla nascita. 2. Alla visite ostetriche a do- micilio. 3. Alla prima visita pediatri- ca del neonato. 4. Nella distribuzione del- l'informativa riguardante i diritti delle madri lavora- tóri in gravidanza. Ogni singolo servizio è stato analizzato e valutato sotto due punti di vista indipen- denti: • l'accesso, considerando la percentuale di madri che hanno avuto accesso, sen- za considerare il loro livel- lo di istruzione; • l'equità, come distribuzio- ne degli accessi secondo il titolo di studio delle madri. Se, quindi, da una parte si considera la capacità delle Aziende sanitarie di offrire il servizio, traducendo il poten- ziale accesso in un accesso realizzato, dall'altra si suppo- ne che tale servizio sia equa- mente utilizzato dalla popo- lazione di riferimento quando l'utilizzo del servizio stesso non è influenzato dal livello di istruzione delle madri. In particolare si considera che un servizio è equamente di- stribuito nella popolazione quando non ci sono sostan- ziali differenze nel tasso di utilizzazione dello stesso tra gruppi di madri con differenti livelli di istruzione; al con- trario, quando tale differenza in termini percentuali è mag- giore del 20% si può ipotizza- re che il sistema non stia ga- rantendo l'universalità. Obiettivo del sistema deve es- sere, quindi, quello di ridurre il gap tra gruppi di madri con diversi livelli di istruzione. La fase pre-parto: equità ed accesso nel corso di prepa- razione alla nascita Un esempio particolarmente significativo di tale analisi è rappresentato dalla fruizione da parte delle madri intervi- state del corso di preparazio- ne alla nascita. È ormai soste- nuto dalla maggior parte dei medici che i corsi di prepara- zione alla nascita siano stru- menti utili per aumentare la consapevolezza delle madri e che risultino associati ad una riduzione di esiti negativi per la salute della madre e del bambino. Secondo la delibera DRG 784/2004, la fruizione di tale servizio dovrebbe essere 100% - — 90% - 601 - •H 50% - T3 or 4 0 % - 30% - 20% - 10% - 0 % 66,28% 68,67% 55,47% 58,18% 58,85% 58,95% 59,15% ,n ,„„, 42,86% 38,59% 40'02% ' 4719% 47,96% 48,41% Fig. 1. Valutazione delle Aziende sanitarie rispetto all'accesso al corso di preparazione alla nascita (anno 2004/2005). N. 158 - 2006 Le diseguaglianze nella salute Salute.,. . ^Territorio! • Madri che hanno frequentato il liceo o Madri che non hanno frequentato il liceo 90,00% J 80,00% - •H 70,00% n •o| 60,00% - '£ 50,00% ^ *° 40,001 30,00% 20,001 - 54,09% ,_ . 10'00% i Ì5,91% (54,18% . . 35^2% 40,92% 59,08% I 0,66% - • . . . 9,34% 6,76% .. ,. , i3,24% leena àeiantaff Udm^medà dpbma àurea toatfe garantita a circa l'80% delle madri primipare. La Figura 1 mostra come le percentuali di utilizzo di tale servizio varino tra le Aziende sanitarie, inve- ce, da un minimo del 38% ad un massimo del 65%. Tali per- centuali si riferiscono alle madri che hanno frequentato il corso nell'anno in cui è sta- ta condotta l'intervista, escludendo, invece, le madri che non hanno partecipato al corso, perché già frequentato in edizioni precedenti. La Figura 2 mostra la distribu- zione dell'accesso al corso di preparazione alla nascita se- condo il titolo di studio della madre: si nota che la frequen- za del corso è fortemente in- fluenzata da quest'ultimo2. Si può ipotizzare, quindi, che il servizio (corso di preparazio- ne alla nascita) non sia eroga- to equamente tra le madri. Se si analizza il motivo per cui le madri hanno deciso di non frequentare il corso, si nota che la percentuale di donne che ritenevano il corso non utile o che erano di- sinformate diminuisce con l'aumentare del titolo di stu- dio: circa il 34% delle madri con licenza elementare, infat- ti, considera il corso non utile o è disinformata; tale percen- tuale si riduce al 5% nelle ma- dri con titolo universitario. È evidente, quindi, una forte asimmetria informativa a sca- pito delle madri più svantag- giate che, invece, dovrebbero essere destinatane di politi- che selettive per la riduzione delle diseguaglianze. Gli altri risultati dell'anali- si: la fase post-parto Riguardo la fase post-parto sono stati analizzati equità ed accesso per due dei servizi di cura garantiti alle madri dal Servizio sanitario regio- nale: le visite domiciliari del- le ostetriche e la visita pedia- trica. In entrambi i casi si no- ta che il livello di istruzione della madre influenza l'acces- so e quindi l'utilizzo del ser- vizio stesso. Circa il 15% delle madri ha avuto una visita ostetrica a domicilio: nel 18% dei casi si tratta di madri con titolo di studio universitario, contro il 3% delle madri con licenza elementare. La maggior parte delle madri che non ha usufruito della vi- sita ostetrica ha dichiarato di non essere stata interessata al servizio. La mancanza di informazioni si rivela un'altra volta un motivo che condi- ziona il comportamento delle madri: tra le donne intervi- state con licenza elementare, circa una madre su tre ha di- chiarato di non aver usufrui- to del servizio perché non ne era a conoscenza. Per quanto riguarda invece la visita pediatrica, consigliata entro i primi 10 giorni dalla nascita ricorrendo ad un pe- Fig. 2. Percentuale di madri che hanno frequentato il corso di preparazione alle nascita per titolo di studio (anno 2004/2005). diatra di libera scelta, circa il 45% delle madri con licenza elementare ha effettuato tale visita entro il termine consi- gliato; tale percentuale au- menta con l'aumentare del ti- tolo di studio, fino ad arriva- re a circa il 74 % per le madri con laurea. Un ulteriore aspetto analiz- zato nel percorso materno in- fantile riguarda il ricevimen- to da parte delle madri del- l'informativa riguardante la tutela delle donne lavoratrici in gravidanza. Solo il 20% delle madri con licenza elementare ha rice- vuto l'informativa in ogget- to, e solo una madre su tre l'ha ricevuto da una struttu- ra sanitaria. La percentuale di madri che hanno ottenuto l'informativa aumenta fino all'80% nelle madri con il ti- tolo di studio più alto. Si può ipotizzare che il resto (segueapag. 320) Tale dipendenza è supportata dal test statistico Chi-quadro. m «Territorio Esperienze dal territorio N. 158-2006 Riteniamo che questo pas- saggio sia cruciale e prope- deutico anche nell'eventua- lità del passaggio alla gestio- ne perché ci troviamo in un momento in cui l'approccio "analitico" non riesce più ad essere uno strumento ade- guato per comprendere una realtà in cui la popolazione sta cambiando rapidamente nella composizione demogra- fica ed in cui è troppo forte l'impatto tecnologico. Gli Bibliografia stessi operatori che fanno parte dei gruppi dichiarano la loro difficoltà crescente a dare risposte a problemi che sono all'origine complessi e richiedono una risposta ne- cessariamente integrata. Di- venta allora prioritario creare "laboratori" dove si defini- scano scenari futuri che pos- sano orientare il decisore, "laboratori dell'innovazione" intesa come capacità di anti- cipazione della realtà attra- De Toni A., Pomello I., Prede o ragni? Uomini e organizzazione nella ragnatela della complessità, UTET, 2005. Mintzberg, H., La Progettazione dell'organizzazione aziendale, II Muli- no, Bologna 2002. verso strumenti innovativi (come il Profilo di salute) che consentano la realizzazione di una programmazione dei servizi più mirata e che ri- senta maggiormente della domanda. Occorrerà adesso dare a que- sta identità strumenti reali di governo, oltre che relaziona- li. Bisognerà cioè che la SdS sia dotata del governo di tut- te le risorse che affluiscono dalla Regione ai Comuni od all'Ausi, oltre che delle risorse locali, in modo da vincolare il loro utilizzo alla strategia della SdS. Crediamo che un modello così concepito, se adeguatamente sostenuto e testato ben po- trebbe essere esportato in al- tri contesti, anche interna- zionali, in cui si devono ur- gentemente affrontare pro- blemi di avvio e sviluppo dei sistemi di welfare con risorse scarse. Rullani E., La Fabbrica dell'immateriale, Carocci, Roma 2005. Tedeschi P., Tozzi V., Il Governo della domanda. Tutela della salute, committenza, programmazione-acquisto-controllo, McGraw-Hill, Mila- no 2004. Longo F., Governance dei network di pubblico interesse, Egea, Milano 2005. (segue da pag. 305): L'accesso al percorso materno infantile delle madri che non ha otte- nuto l'informativa non ne avessero bisogno perché ma- dri non lavoratrici. In ogni caso ci pare importante evi- denziare che per tutte la ma- dri, indipendentemente dal loro titolo di studio, la strut- tura che maggiormente di- stribuisce tale informativa è quella sanitaria. Conclusioni II dibattito sulla definizione e misurazione dell'equità ri- schia di essere limitato solo agli addetti ai lavori e di non avere la necessaria risonanza in termini politici e gestiona- li. La definizione di equità pone l'accento sul bisogno sa- nitario e sulla necessità di garantire da una parte il suo soddisfacimento, senza di- scriminazioni derivanti dalle possibilità economiche o da altre condizioni come il livel- lo di istruzione, di reddito, l'occupazione e l'ambiente, e dall'altra un'uguale accessibi- lità e uniformità di prestazio- ni e servizi sanitari, tale da non generare squilibri terri- toriali e sociali. Se l'equità non può essere misurata in maniera diretta, gli obiettivi di riduzione delle diseguaglianze in salute do- vrebbero tradursi in target concreti, misurabili e specifi- ci capaci sia di monitorare le diseguaglianze in diversi Bibliografia Costa G., Faggiano F. (1994), L'equità nello stato di salute in Italia, Fondazione Smith Kline, FrancoAngeli. Dipartimento di Salute, Piano Sanitario Regionale 2005-2007, Regione Toscana. Muti S. (2005), II sistema si valutazione delle performance delle azien- de sanitarie toscane, in Innovare in Sanità, Edizioni ETS, Pisa. gruppi di popolazione (più poveri vs. più ricchi; uomini vs. donne; gruppi razziali dif- ferenti...), sia di eliminare tali differenze tra diversi gruppi di popolazione. Dagli indicatori elaborati nel percorso materno infantile in Toscana emergono particolari diseguaglianze legate al livel- lo di istruzione delle madri, sia a livello regionale, sia al livello locale, ovvero tra dif- ferenti Aziende sanitarie. Il tendere ad una maggiore eguaglianza nelle condizioni e nelle possibilità di salute può rappresentare il punto di partenza per guidare e deter- minare l'allocazione delle ri- sorse disponibili in sanità, nonché di suggerire la prio- rità di interventi selettivi da realizzare a beneficio dei sog- getti più svantaggiati. Se gli indicatori di equità vengono inseriti in un siste- ma di valutazione delle performance, accanto ad in- dicatori economici e clinici, si potranno monitorare sul campo e valutare le politiche e i risultati delle azioni ge- stionali/organizzative attua- te da un punto di vista mul- tidimensionale, comprenden- te non solo l'efficacia, l'effi- cienza e la qualità, ma anche l'equità. In una parola, un sistema che valuti la/az'rness del sistema sanitario. Rapiti E., Perucci A.C., Agabiti N. et al. (1999), Diseguaglianze socioe- conomiche nell'efficacia dei trattamenti sanitari. Tre esempì nel Lazio, Epid Prev., 23: 153-60. Sen A.K. (1992), La diseguaglianza. Un riesame critico, Edizione II Mulino. Whitehead M. (1990), The concepts andprinciples of equity and health, WHO, Regional Office for Europe, Copenhagen.