Il si st em a di v al ut az io ne d el la p er fo rm an ce de lle S oc ie tà d el la S al ut e/ zo ne -d is tr et to d el la s an ità t os ca na Il Laboratorio Laboratorio Management e Sanità (MeS), costituito nel 2004 dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con la Regione Toscana, lavora nell’ambito della ricerca e formazione in economia e management sanitario con Istituzioni sanitarie pubbliche e private a livello regionale, nazionale ed internazionale. La sua missione consiste nel valorizzare le logiche fondanti del sistema sanitario pubblico, nello studio e valutazione delle sue specificità, nel confronto tra diversi sistemi regionali ed internazionali, nell’innovazione organizzativa e gestionale a beneficio della tutela della salute ed infine nella sistematizzazione di know-how manageriale per chi opera nel mondo della sanità. www.meslab.sssup.it R ep or t 20 09 Il sistema di valutazione della performance delle Società della Salute/zone-distretto della sanità toscana Report 2009 Il sistema di valutazione della performance delle Società della Salute/ zone-distretto della sanità toscana Report 2009 Regione Toscana Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Laboratorio Management e Sanità © copyright 2010 Questo volume, a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti, è stato predisposto grazie al lavoro di tutto il gruppo di ricerca del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna, coadiuvato dai dirigenti e dal personale della Direzione Generale Diritto alla Salute e Politiche di Solidarietà e dagli altri soggetti del Sistema Sanitario Toscano, quali l’ARS (Agenzia Regionale di Sanità della Toscana), l’ISPO (Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica). In particolare si ringrazia Serenella Acciai, Vinicio Biagi, Emanuela Balocchini, Andrea Leto, Cecilia Chiarugi, Valerio Del Ministro, Carla Donati, Giovanna Faenzi, Michele Mezzacappa, Patrizio Nocentini, Chiara Gherardeschi, Loredano Giorni, Valtere Giovannini, Galileo Guidi, Marco Menchini, Carla Rizzuti, Beatrice Sassi, Alberto Zanobini, nonché le Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie Locali, i Direttori delle Società della Salute e i Responsabili di zona-distretto, che hanno contribuito con professionalità e spirito di collaborazione, sia all’aggiorna- mento del sistema di valutazione delle performance, sia al suo utilizzo a supporto del governo del sistema. Il Ministero dello Sviluppo Economico Ufficio brevetti e marchi in data 10 aprile 2009 ha rilasciato al “sistema di valutazione della performance delle aziende sanitarie” il brevetto numero 0001358839. In data 29 gennaio 2008 è stata presentata inoltre la domanda di bre- vetto (domanda numero PI2008A000008) per il “metodo per la gestione di indicatori multidimensionali di performance di aziende si servizi”. INDICE Prefazione 11 Andrea Leto PARTE I LA VALUTAZIONE DELLA PERFOMANCE DELLA SANITÀ TOSCANA A LIVELLO DI ZONA-DISTRETTO A cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti Il fabbisogno di governance integrata dei sistemi socio-sanitari: tra programmazione e valutazione 13 Sabina Nuti, Sara Barsanti La struttura del sistema di valutazione di SdS/zona-distretto 14 Sabina Nuti Gli indicatori del sistema di valutazione della performance di SdS/zona-distretto 16 Sara Barsanti Gli indicatori per la valutazione dell’integrazione socio-sanitaria 20 Sara Barsanti I prospetti di sintesi della valutazione dei risultati delle 34 sDs/zone-distretto toscane 21 Sabina Nuti, Sara Barsanti PARTE II LA VALUTAZIONE DELLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE E CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE (A) a cura di Barbara Lupi e Sara Barsanti Mortalità per tumori A2 42 Giulia Capitani Mortalità per malattie cardiocircolatorie A3 45 Giulia Capitani Mortalità per suicidi A4 48 Giulia Capitani Tasso anno di vita potenzialmente persi A5 51 Sara Barsanti Indice di vecchiaia A8 54 Giulia Capitani Indice di dipendenza globale A9 55 Giulia Capitani Tasso di natalità A11 58 Giulia Capitani PARTE III LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ DI PERSEGUIMENTO DELLE STRATEGIE REGIONALI (B) a cura di Sara Barsanti Copertura vaccinale B7 62 Sara Barsanti Attività fisica B17 66 Chiara Speroni Situazione nutrizionale B18 70 Chiara Speroni Consumo di alcol B19 75 Chiara Speroni Abitudine al fumo B20 79 Chiara Speroni Non autosufficienza B21 83 Sara Barsanti Famiglie e minori B22 90 Sara Barsanti PARTE IV LA VALUTAZIONE SOCIO-SANITARIA (C) A cura di Anna Bonini Capacità di governo della domanda C1T 100 Maria Sole Bramanti Appropriatezza prescrittiva C9 114 Linda Marcacci Scompenso cardiaco C12T 127 Maria Sole Bramanti, Barbara Lupi Polmonite C13T 138 Maria Sole Bramanti, Barbara Lupi Diabete C14T 141 Maria Sole Bramanti, Barbara Lupi Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) C15T 149 Maria Sole Bramanti Integrazione ospedale-territorio C16T 152 Maria Sole Bramanti Salute mentale C18T 159 Maria Sole Bramanti Materno infantile C19T 170 Barbara Lupi Il tasso di prestazioni di diagnostica per immagine C20T 172 Manuela Gussoni Pediatria di base C21T 179 Barbara Lupi Ictus C22T 185 Barbara Lupi Ipertensione C23T 189 Barbara Lupi PARTE V LA VALUTAZIONE ESTERNA: SODDISFAZIONE ED ESPERIENZA DEGLI UTENTI (D) a cura di Anna Maria Murante Valutazione dei cittadini sull’assistenza pediatrica di libera scelta D1 196 Anna Maria Murante Valutazione dei cittadini sull’assistenza del medico di medicina generale D2 203 Anna Maria Murante Valutazione dei cittadini sull’assistenza dell’attività ambulatoriale D3 209 Anna Maria Murante Valutazione dei cittadini sull’assistenza dell’attività diagnostica D4 215 Anna Maria Murante PARTE VI LA VALUTAZIONE DELL’EFFICIENZA OPERATIVA E DELLA DINAMICA ECONOMICO-FINANZIARIA (F) a cura di Milena Vainieri e Silvia Zett Efficienza prescrittiva farmaceutica F12a 222 Linda Marcacci Spesa complessiva sociale procapite per i servizi erogati F16 240 Silvia Zett IL LABORATORIO MANAGEMENT E SANITÀ 255 Prefazione Nei prossimi mesi la Regione Toscana avvierà il processo legislativo che definirà il nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale (ndr PSSIR) superando, per la prima volta, la separazione tra i due Piani sanitario e sociale. Una scelta strategica importante che già si configura, nell’assetto degli assessorati competenti, creando le condizioni per accettare le nuove sfide della salute toscana. Il PSSIR costituirà un importante punto di approdo di un complesso percorso nel quale si vanno a collocare le Società della Salute (ndr SdS). Il legislatore toscano, nel definire le SdS, consorzi che coprono la prevalenza dei territori, ha voluto dare attuazione ai principi definiti dall’OMS puntando a costruire una alleanza forte tra buoni servizi sanitari, le cui performance sono riconosciute, la buona amministrazione, i cittadini singoli od associati ed il variegato mondo del volontariato e del terzo settore che in Toscana sono ben radicati. In tal senso le SdS devono impattare con una visione strategica e con una ampia attività programmatoria su una vasta gamma di ambiti delle politiche sociali ed ambientali, al fine di modificare in meglio i determinanti di salute. I Piani Integrati di Salute, strumenti della programmazione delle SdS, hanno come base di analisi il profilo epidemiologico del territorio di riferimento, ed intervengono al fine di ottimizzare le risorse, rispondere ai bisogni individuati ed analizzati della collettività, evitando duplicazioni di funzioni e di risposte. Questi sono i principali obiettivi che perseguono le SdS; per fare ciò occorre che tutte le competenze chiama- te a partecipare a partire da quelle professionali si sentano protagoniste di questo importante cambiamento. Il sistema di valutazione della perfomance del sistema sanitario toscano può rappresentare quindi per il management, i professioni e non da ultimo i cittadini, il luogo di incontro dei diversi livelli di programma- zione del sistema socio-sanitario e di verifica dei risultati che si intendono perseguire a livello regionale e/o locale. Tale sistema ha assunto da anni il ruolo di strumento di governance del sistema socio-sanitario in cui gli orientamenti di lungo periodo sono monitorati congiuntamente con gli obiettivi di breve periodo e dove il governo della spesa è integrato con misure di risultato, con la finalità di evidenziare il valore prodotto per il cittadino. Il sistema di valutazione delle Società della Salute/zone-distretto è stato attivato a partire dal 2007 dalla Regione Toscana e segue la stessa logica e metodologia del sistema di valutazione delle aziende sanitarie, adattandosi alla specificità del ruolo e della missione delle SdS/zone-distretto nella scelta degli indicatori, avendo come fulcro di valutazione i servizi e le strategie territoriali, compresi i servizi di integra- zione socio-sanitaria e sociali. Se la valutazione, come si evince dalla legge regionale, dal Piano Sanitario e da quello Sociale, si colloca come fase del processo programmatorio in tutti i diversi livelli del sistema sanitario stesso, gli indicatori adottati devono essere in grado di misurare la capacità di ogni ambito territoriale di essere strategicamente efficace ed efficiente, sia all’interno del contesto in cui opera, sia nell’ambito del sistema regionale in cui è inserito. Gli indicatori che un sistema di valutazione rileva devono variare quindi in base all’unità di valu- tazione presa in considerazione: Aziende sanitarie territoriali, Aziende ospedaliero-universitarie, Società della Salute, zone-distretto e Aree Vaste, sono tutti soggetti del sistema che rispondono infatti ad obiettivi specifici diversi, ma complementari. All’interno del sistema di valutazione della perfomance sono quindi stati individuati, nel corso dello sviluppo ed implementazione dello stesso, una serie di indicatori core, ovvero comuni a tutti i livelli e una serie di indicatori specifici a seconda dell’ambito valutato. Se infatti l’intero sistema vuole rispondere ai principi di appropriatezza, qualità e iniziativa, gli indicatori atti alla valutazione dei risultati raggiunti dovranno essere calcolati non solo a livello complessivo di regione e azienda sanitaria, ma anche per ogni Società della Salute/zona-distretto. Tale approccio consente di considerare da una parte i risultati raggiunti del sistema sanitario regionale, dall’altra di valutare i risultati e gli obiettivi specifici delle realtà che lo compongono e rendere inoltre il processo programmatorio e valutativo coerente sia dal punto di vista verticale, dalla regione alle SdS/zone-distretto, sia dal punto di vista orizzontale, ovvero all’interno di una specifico soggetto che opera nel sistema sociosanitario toscano. Con queste premesse credo che possiamo lavorare sulle evidenze fornite da questo report di valutazione in modo che le azioni del sistema socio-sanitario toscano siano sempre più efficaci ed in linea con le esigenze locali. Andrea Leto Responsabile Area Coordinamento Sistema Socio-Sanitario Regionale Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale Assessorato Diritto alla Salute REGIONE TOSCANA PARTE I IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SOCIETÀ DELLA SALUTE/ZONE-DISTRETTO DELLA SANITÀ TOSCANA a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti 1. Il fabbisogno di governance integrata dei sistemi socio-sanitari (S. Nuti) È ormai condiviso che, per migliorare la salute ed il benessere dei cittadini, sia necessario, nei sistemi pubblici universa- listici, offrire l’accesso e l’erogazione dei servizi garantendo un approccio integrato socio sanitario. È infatti dimostrato che i fattori della salute sono fortemente influenzati dai comportamenti adottati e dagli stili di vita e che questi, a loro volta, sono in buona misura dipendenti dal livello socio culturale. In termini di sostenibilità del sistema sociosanitario stesso è inoltre dimostrato che è più proficuo agire sugli aspetti sociali e di prevenzione che sulla fase acuta della malattia. Malgrado vi siano evidenze scientifiche certe su questo aspetto, le politiche sanitarie adottate dai governi regionali e nazionali ne tengono conto a fatica. Molti piani sanitari nazionali e regionali nella fase introduttiva dichiarano, tra i principi ispiratori dell’azione programmata, di voler perseguire il benessere socio sanitario della persona, inteso non solo come assenza di patologie ma come realizzazione equilibrata della persona in un contesto attento a tutti i fattori che possono influire sulla salute, anche di carattere non sanitario. Nonostante tali dichiarazioni, nei fatti e negli obiettivi specifici, sono pochi i sistemi che riescono effettivamente a coniugare la dimensione sociale con quella sanitaria e che sono capaci di orientare sistematicamente l’azione dei soggetti che operano nel sistema verso l’integrazione dei due aspetti per farne un unico, potente riferimento dei comportamenti adottati e delle attività svolte. Questa problematica è particolarmente presente in Italia anche a causa del diverso assetto istituzionale e distribuzione delle competenze agli enti locali. In molti contesti regionali le competenze sono rimaste distinte ai diversi livelli. Benché nella maggior parte dei casi il bisogno sociale tende a sovrapporsi al bisogno sanitario, che gli utenti in situazione di necessità in termini sociali sono anche affetti da patologie più o meno croniche e critiche, e che quindi gli interventi richiesti su entrambi i fronti sono destinati agli stessi utenti. Lo sviluppo del sistema di welfare italiano infatti ha storicamente privilegiato una corrispondenza diretta tra bisogno (o gruppi di bisogni) e titolarità della funzione pubblica preposta, allo scopo di favorire una divisione di ruolo tra diversi Enti assistenziali nonché una progressiva specializzazione delle risposte. Così mentre agli Enti territoriali competono normal- mente diversi servizi pubblici locali (tra cui l’assistenza sociale), agli Enti sanitari l’assistenza medica, agli Enti previdenziali altri servizi ancora. Questo modello basato su una correlazione univoca tra bisogni e funzioni ha comportato nel tempo lo sviluppo di normative ad-hoc, flussi di finanziamento indipendenti, modalità di erogazione dei servizi eterogenee. Nel frattempo però i bisogni socio-sanitari dei cittadini si sono evoluti per effetto di diverse determinanti (es. invecchiamento, comportamenti e stili di vita, innovazione tecnologica, ecc.), con crescenti sovrapposizioni che rischiano di mettere sempre più in crisi una divisione rigida dei ruoli nelle fasi di programmazione, organizzazione e gestione di singoli servizi assisten- ziali. Malgrado il frastagliamento delle soluzioni istituzionali ed organizzative permane il grande fabbisogno a tutti i livelli di una sistema di governance integrato che permetta di valutare le azioni intraprese in termini congiunti. Ma come orientare allora l’azione degli operatori in modo integrato? Come dotarsi di un sistema di governance capace di guidare l’azione in questi termini? La Regione Toscana ha intuito la necessità di tornare a far convergere i diversi interessi istituzionali, in particolare per quanto riguarda l’assistenza socio-sanitaria, sia avviando la sperimentazione delle Società della Salute, in via di consoli- damento definitivo mediante la revisione della Legge 40 e sia mediante la nomina, all’interno della Giunta Regionale, di un unico assessore regionale con responsabilità sia per la parte sanitaria che per la parte di integrazione sociosanitaria. Nel nuovo scenario in divenire per gli Enti locali diviene dunque fondamentale poter interpretare le evoluzioni in corso, in particolare quelle concernenti il Servizio Sanitario Regionale, allo scopo di individuare sinergie istituzionali, nuove modalità di integrazione socio-sanitaria, utili a soddisfare la domanda dei cittadini, garantendo al contempo un uso ottimale delle risorse pubbliche. Come in altri contesti regionali, la sfida per il futuro risiede infatti nello sviluppo di un sistema di governance inter- istituzionale, in grado di far dialogare Enti locali, Enti sanitari ed assistenziali (terzo settore compreso). In particolare il Piano Sanitario Regionale 2008-2010 approvato nel mese di luglio 2008 identifica la “sanità di iniziativa” quale metodologia di risposta ai principali bisogni a valenza territoriale, intesa come proposta di una sanità che non attende che il cittadino arrivi ai servizi ma è capace di orientare l’attività verso chi «meno sa e meno può» e che per questo si trova a rischio con- tinuo di caduta assistenziale e persino di non espressione del bisogno. In questo senso si propone di adottare modelli d’intervento che superino il rischio di una distribuzione di «parti uguali tra disuguali» a favore di un approccio proattivo capace di fornire servizi diversi in base al bisogno. Questo tipo di approc- cio integrato per l’erogazione di servizi sociosanitari capaci di garantire una risposta adeguata, necessita di un sistema di governance multidimensionale e coerente, che rappresenti in primo luogo uno strumento di comunicazione e linguaggio 14 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO comune dei soggetti coinvolti nel governo e nella gestione dei servizi socio sanitari. Questo sistema di governance, oltre all’integrazione della componente sociale con quella sanitaria, deve garantire altri due aspetti essenziali: • il collegamento sistematico tra programmazione e valutazione dei risultati: la Pubblica Amministrazione in Ita- lia, soprattutto nel contesto dei servizi di pubblica utilità, è particolarmente ricca di esempi di pianificazione e programmazione delle attività ma assai carente in termini di verifica dei risultati conseguiti. L’orientamento alla programmazione è talmente forte che in molti contesti è frequente ripartire con un nuovo ciclo di programmazione delle azioni senza aver considerato alcun dato di verifica dell’andamento del ciclo precedente. L’enfasi infatti si focalizza molto di più sul processo politico di condivisione delle azioni programmate che sul giudizio dell’efficacia delle scelte adottate in passato e sulle relative responsabilità. • la coerenza tra i diversi livelli di programmazione e di valutazione dei risultati tra i soggetti del sistema: Regione, Aziende, Zone –distretto e Società della Salute devono ritrovarsi negli specifici ambiti di responsabilità in un sistema di governance che in parte è comune ed in parte si articola in base alle specificità della realtà locale. Consideran- do il Piano Sanitario regionale le priorità strategiche di azione devono ritrovarsi anche a livello locale, pur con le dovute specificità. Con queste premesse il Laboratorio Management e Sanità ha intrapreso un percorso complesso con l’obiettivo di proget- tare e implementare un sistema di governance integrato a supporto della programmazione e la valutazione dei servizi socio sanitari a livello di zona, di azienda e per il sistema nel suo complesso. Questo volume presenta il report di valutazione delle Società della Salute/zone-distretto per l’anno 2009, in cui si illustrano sia gli indicatori in uso nel sistema di valuta- zione della performance adottato dalla Regione Toscana per le aziende sanitarie locali sia indicatori specifici calcolati per SdS/zona – distretto, sia specifici indicatori. L’obiettivo è quello di fornire alle Società della Salute evidenze sistematiche da considerare sia in fase di predisposizione dei Piani integrati di Salute, sia per aprire un dibattito sul percorso ancora da compiere in termini di indicatori mancanti da condividere e introdurre a supporto della governance locale, aziendale e regionale. Il sistema proposto in nessun modo pretende di essere esaustivo relativamente ai fabbisogni di governance e di valu- tazione dei risultati per le SdS/zone–distretto ma si propone come strumento per il management locale, ma anche per la regione, per valutare le differenze tra i territori ed individuare attraverso il confronto le aree di eccellenza e gli aspetti su cui è auspicabile intervenire per garantire un servizio adeguato ed equo ai cittadini. Nei capitoli successivi si illustrano la struttura del sistema, i prospetti di sintesi rappresentativi della valutazione per ciascuna zona distretto con i dati ad oggi disponibili, nonché le logiche con cui la valutazione dei risultati in termini ge- stionali possa integrarsi e supportare il processo di programmazione socio sanitaria locale per la predisposizione dei piani integrati di salute. 2. La struttura del sistema di valutazione di SdS/zona–distretto (S. Nuti) Il sistema di valutazione delle zone-distretto del sistema sanitario della Regione Toscana presentato in questo report segue gli stessi criteri e la stessa metodologia del sistema di valutazione della performance delle Aziende Sanitarie, adot- tato in tutto il sistema sanitario toscano a partire dal 2005. Nel 2007, infatti, la Direzione Regionale delle Politiche Sociali e di Solidarietà ha richiesto di estendere la valutazione dei risultati, sino ad allora calcolati per singola azienda, a livello di SdS/zona-distretto, includendo quindi nelle logiche della valutazione anche l’area relativa ai servizi socio-sanitari. Carat- teristica fondante del sistema valutazione è la sua multidimensionalità: il sistema socio-sanitario, infatti, rappresenta un contesto complesso che può e deve essere monitorato e misurato solo attraverso indicatori di sintesi capaci di evidenziare le numerose sfaccettature del sistema stesso. Devono infatti essere oggetto di misurazione non solo le performance cliniche ed economiche, ma anche quelle organizzative, di comunicazione, di soddisfazione degli utenti rispetto a servizi ed attività ed infine di equità di accesso ed utilizzo dei servizi. Solo la valutazione dell’insieme di tali aspetti può fornire una lettura sufficientemente ampia del sistema e delle sue performance, capace di evidenziare al management sanitario le possibili leve su cui agire per il miglioramento dei singoli servizi offerti e del sistema nel suo complesso. Per le SdS/zone-distretto le dimensioni di valutazione coincidono in buona parte con quelle aziendali e sono: a) Valutazione della salute della popolazione e caratteristiche socio-demografiche: è utile chiarire fin da subito che le caratteristiche di una popolazione non indicano la performance né di una azienda né di una zona distretto. Tali caratteristiche sono però di supporto a tutto il processo di programmazione che il territorio deve mettere in atto per rispondere alle esigenze della popolazione a cui esso si rivolge. Una zona, infatti, con un’alta percentua- le di anziani, un basso livello di scolarizzazione e un’alta percentuale di famiglie povere dovrà essere i grado di supportare una serie di servizi in materia di anziani, adulti a rischio di povertà, ecc.; tali servizi, invece, saranno implementati in modo diverso in una zona dove, invece, la popolazione è mediamente più giovane, ricca ed istruita. Gli indicatori di questa dimensione rappresentano quindi dei punti di partenza ed arrivo del sistema di valutazione. Gli indicatori di tale area di valutazione analizzano principalmente lo stato di salute della popolazione, attraverso alcuni tassi di mortalità, le caratteristiche demografiche della popolazione, come l’indice di dipendenza e di nata- lità, le caratteristiche socio-economiche della popolazione, come il livello di istruzione e di povertà. Il Psr, quando propone una «sanità di iniziativa» intende appunto implementare azioni capaci di rispondere in modo specifico ad una domanda «segmentata» in base alle caratteristiche della popolazione a cui si rivolge. b) Valutazione della capacità di perseguimento delle strategie regionali: le aziende sanitarie, operando in logica di 14 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 15 squadra e non solo come strutture autonome, devono mettere in atto gli orientamenti regionali e le delibere previ- ste a livello regionale. Gli obiettivi e le strategie regionali, infatti, previsti nel Piano sanitario regionale, nel Piano integrato sociale regionale, o in entrambi se si fa riferimento ai servizi integrati, devono poter essere monitorati ad ogni livello, sia di azienda, che di zona-distretto. Se infatti un obiettivo, come ad esempio la copertura vaccinale, è raggiunto a livello medio aziendale, non è detto che lo stesso obiettivo sia raggiunto da ogni zona facente parte dell’azienda stessa. È importante quindi che tali obiettivi ed indicatori siano declinati fino al livello zonale, al fine di evidenziare le criticità e gli spazi di miglioramento. Tale area, una volta messo a regime il sistema, potrà inoltre comprendere il monitoraggio e la valutazione delle strategie specifiche di zona-distretto e/o di Società della salute richieste dalla regione. c) Valutazione socio-sanitaria: in questa dimensione sono compresi i risultati di qualità, di appropriatezza, di effi- cienza e di capacità di governo della domanda e di risposta del sistema socio-sanitario in particolar modo per la medicina territoriale, l’attività specialistica e diagnostica, la prevenzione, l’attività dei consultori e dei distretti e le attività legate ai servizi di integrazione. d) Valutazione esterna: in questa dimensione si considera il punto di vista della popolazione e degli utenti stessi dei servizi di SdS/zona-distretto e delle attività ad essa correlate attraverso la valutazione della soddisfazione e di esperienza. e) Valutazione interna: in questa dimensione viene considerato il livello di soddisfazione del personale delle aziende sanitarie afferente alle attività e ai servizi erogati esclusivamente dalle zone. Ormai molti studi evidenziano la rilevante correlazione tra il livello di soddisfazione dei dipendenti, il clima organizzativo aziendale e la soddisfa- zione degli utenti dei servizi erogati. Puntare sul miglioramento dei risultati, quindi, necessita di una rilevante focalizzazione sui sistemi e i meccanismi gestionali atti a sostenere il coinvolgimento e la responsabilizzazione degli operatori negli obiettivi di miglioramento dei servizi erogati. In questa dimensione viene compreso anche il tasso di assenza che rappresenta un indicatore significativo dello stato di «salute organizzativa». f) Valutazione economico-finanziaria e di efficienza operativa: in tale area di valutazione, se per le aziende si verifica la capacità di perseguire le tre condizioni di equilibrio della dinamica economico finanziaria, ossia l’equili- brio reddituale, l’equilibrio monetario, finanziario e patrimoniale, per le zone si misurano la spesa sociale e quella sanitaria territoriale. In questa dimensione sono inoltre oggetto di osservazione indicatori di efficienza operativa che possano evidenziare la produttività delle risorse e l’utilizzo di strumenti gestionali orientati all’ottimizzazio- ne e razionalizzazione dell’uso delle risorse disponibili. Sono quindi oggetto di valutazione il funzionamento dei servizi interni (controllo di gestione, approvvigionamenti, sistema informativo) e la capacità di utilizzo da parte dell’azienda degli strumenti fondamentali di management (meccanismi di programmazione e controllo, formazione, comunicazione interna). Così come per la valutazione della performance aziendale, affinché la valutazione della performance delle zone-di- stretto fosse rappresentata in maniera efficace, semplice e chiara è stato utilizzato lo schema del “bersaglio”, composto da cinque diverse fasce, una per ogni livello di performance di valutazione, e suddiviso in sei spicchi rappresentanti ciascuno una delle sei dimensioni. Ogni indicatore misurato è rappresentato sul bersaglio con un simbolo (un pallino): l’azienda o la zona-distretto capace di centrare gli obiettivi e di ottenere una buona performance nelle diverse dimensioni avrà i propri risultati riportati vicino al centro del bersaglio, mentre i risultati negativi compariranno nelle fasce più lontane dal centro. Le fasce in cui la valutazione è stata espressa sono cinque ed a ciascuna fascia è associato un colore e un punteggio a seconda del tipo di performance ottenuto: • fascia verde: la fascia più centrale al bersaglio, corrispondente ad una performance ottima, il cui punteggio sinte- tico è compreso tra il 4 e il 5; • fascia verde chiaro: indica una performance buona e la valutazione sintetica è compresa tra il 3 e il 4; • fascia gialla: indica una performance non negativa, ma che presenta ampi spazi di miglioramento, la valutazione è tra il 2 e il 3; • fascia arancione: la performance è scarsa e deve essere migliorata, la valutazione è tra l’1 e il 2; • fascia rossa: la performance è assai scarsa e la valutazione è compresa tra 1 e 0. Fig. 2 – Le fasce di valutazione VERDE Performance OTTIMA (PUNTO DI FORZA) VERDINO Performance BUONA GIALLO Performance MEDIA ARANCIO Performance SCARSA ROSSO Performance MOLTO SCARSA (PUNTO DI DEBOLEZZA) 4 - 5 3 - 4 2 - 3 1 - 2 0 - 1 Figura 1 Le fasce di valutazione 16 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO Per costruire le scale di valutazione con cui sono stati misurati i diversi indicatori sono stati adottati i seguenti criteri di riferimento: • se esistente, è stato considerato uno standard internazionale riconosciuto (ad esempio: il tasso di cesarei massimo auspicato dall’OMS); • in caso di assenza di uno standard internazionale di riferimento è stato considerato uno standard regionale o un obiettivo definito con delibera regionale; • in caso di assenza di uno standard regionale di riferimento è stata considerata la media regionale corretta con eventuali fattori di risk adjustment per rendere possibile il confronto tra le aziende (in genere sono stati considerati il sesso e l’età della popolazione di riferimento). Ogni SdS/zona-distretto, quindi, vede rappresentata sinteticamente la corrispondente performance nel proprio bersa- glio, in cui vengono riportati i valori di sintesi degli indicatori selezionati. È possibile quindi, in maniera veloce, capire quali siano per l’anno di riferimento le performance positive della zona-distretto, rappresentate dagli indicatori riportati nelle fasce di valutazione verdi, ed i risultati, invece, con performance scarse, riportati nelle fasce di valutazione arancione o rossa. Figura 2 Il bersaglio e le fasce di valutazione Figura 2 Il bersaglio e le fasce di valutazione 3. Gli indicatori del sistema di valutazione della performance di SdS/zona-distretto (S. Bar- santi) Gli indicatori presenti nel sistema di valutazione delle zone-distretto hanno una struttura ad albero, ovvero sono com- posti da un indicatore principale che rappresenta la sintesi di alcuni sottoindicatori: a titolo di esempio la valutazione della soddisfazione della popolazione relativa alla medicina di base è data dalla media della valutazione di vari items su cui è stato richiesto un giudizio all’utenza, quali l’organizzazione e i tempi del servizio, la capacità di comunicazione del medico al paziente, la gentilezza e la disponibilità nella relazione, la competenza professionale dimostrata, la capacità di presa in carico e di indirizzo nei percorsi assistenziali, la disponibilità alle visite domiciliari. Figura 3 La struttura ad albero degli ndica ori Figura 3 La struttura ad albero degli indicatori 16 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 17 Per il 2009 gli indicatori presenti nel bersaglio sono in totale 35, raggruppati in 132 indicatori di sintesi. dal primo report del 2007 gli indicatori sono aumentati considerevolmente sia per la parte sanitaria che per la parte di integrazione socio- sanitaria. Le dimensioni del sistema di valutazione comprendono indicatori alimentati con dati provenienti dal sistema informativo regionale, dai bilanci aziendali e da indagini sistematiche con rappresentatività statistica, realizzate diretta- mente dal Laboratorio Management e Sanità, come mostrato nella seguente figura. INDICATORI DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE ( A ) E CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE CAPACITA’ PERSEGUIMENTO ORIENTAMENTI REGIONALI ( B ) VALUTAZIONE SOCIO-SANITARIA ( C ) - Flussi ministeriali e regionali - Indagini MeS sugli utenti - Flussi aziendali Censimenti ISTAT ARS Toscana Indagini IRPET Flussi ministeriali e regionali VALUTAZIONE ESTERNA ( D ) VALUTAZIONE EFFICIENZA OPERATIVA E DINAMICA ECONOMICO-FINANZIARIA ( F ) VALUTAZIONE INTERNA ( E ) Campione da 300 a 600 utenti ad azienda Campione da 400 a 1300 dipendenti (dal 2008 intera popolazione) DIMENSIONI FONTI Indagini CATI svolte dal MeS: - sulla popolazione e utenti ADI / - sugli utenti ricoverati - sulle partorienti / - sugli utenti del PS - Flussi ministeriali e regionali - Bilanci aziendali - Indagine CAWI di clima organizzativo svolte dal MeS - Flussi aziendali Figura 4 Le fonti dei dati La maggior parte degli indicatori presenti nel bersaglio delle SdS/zone-distretto fa parte anche dei bersagli aziendali: ciò consente da una parte di avere una misurazione univoca e sistematica dei risultati delle politiche e delle strategie coe- rente con i diversi livelli di programmazione e gestionali e dall’altra permette di analizzare in maniera più dettagliata divari territoriali e eventuali spazi di miglioramento e/o aree di criticità. Rispetto al bersaglio aziendale, alcuni indicatori, pur essendo calcolati con la stessa metodologia, compaiono nel bersa- glio di zona-distretto secondo una diversa struttura ad albero, proprio per la particolare rilevanza di alcuni aspetti a livello di territorio. Per quanto riguarda invece le indagini di soddisfazione ed esperienza dei pazienti/utenti, gli indicatori sono calcolati considerando la residenza dell’utente che ha risposta all’intervista: se la residenza è la stessa in cui il paziente ha ricevuto il servizio, viene considerato nel calcolo, altrimenti viene escluso. Nel corso del 2009 sono stati sviluppati, in ac- cordo con gli orientamenti regionali, indicatori particolarmente connessi alla valutazione dei servizi di integrazione socio- sanitaria: è il caso dell’indicatore relativo alla non autosufficienza e dell’indicatore relativo a famiglie e minori, entrambi nella dimensione di valutazione B e dell’indicatore relativo alla salute mentale, nella dimensione C. Quest’ultima dimen- sione inoltre comprende indicatori specifici dedicati alla cronicità in linea con gli indicatori utilizzati nell’implementazione del Chronic Care Model: in particolare per diabete, polmonite, BPCO e scompenso sono stati calcolati sia i relativi tassi di ospedalizzazione, sia indicatori specifici di processo, sia le prevalenze; mentre per ictus ed ipertensione sono stati calcolati indicatori di processo e le relative prevalenze1. Per quanto riguarda invece le indagini di soddisfazione della popolazione, gli indicatori si riferiscono all’indagine sull’esperienza dei cittadini toscani sui servizi territoriali, quali medico di famiglia, pediatra, attività ambulatoriale e diagnostica. Non compaiono invece gli indicatori relativi all’indagine sul clima interno dei dipendenti, in quanto tale indagine è relativa all’anno 2008. Per quanto riguarda infine gli indicatori della dimensione di valutazione A, relativa allo stato di salute e caratteristiche socio-demografiche, gli indicatori sulla mortalità presenti, forniti dall’ISPO, si riferiscono al triennio 2006-2008 e sono standardizzati tramite la popolazione europea, al contrario degli anni precedenti in cui si utilizzava come popolazione standard la popolazione italiana. La figura nella pagina seguente mostra gli indicatori presenti nel sistema di valutazione per l’anno 2009. In arancione sono rappresentati i nuovi indicatori per il 2009 ed in corsivo son rappresentati gli indicatori non di valutazione. 1 Gli indicatori di processo e le prevalenze di tali patologie sono stati calcolati dall’Agenzia Regionale di Sanità. 18 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO Sistema di valutazione zone 2009 - Elenco indicatori e sottoindicatori Codice indicatore Indicatori e sottoindicatori VALUTAZIONE SALUTE DELLA POPOLAZIONE (A) A2 Mortalità tumori A3 Mortalità per malattie circolatorie A5 Tasso di anni di vita potenzialmente persi (PYLL) A8 Indice di vecchiaia A9 Indice di dipendenza globale A11 Tasso di natalità CAPACITA’ PERSEGUIMENTO ORIENTAMENTI REGIONALI ( B ) B7 Copertura vaccinale B7.1 Copertura per vaccino MPR B7.2 copertura per vaccino antinfluenzale >= 65anni B17 Atività fisica B17.1 Percentuale sedentari B17.2 Sedentari consigliati di fare attività fisica B18 Situazione nutrizionale B18.1 Percentuale persone obese B18.2 Sovrappeso o obesi consigliati di perder peso B18.3 Sovrappeso o obesi consigliati di fare attività fisica B19 Consumo di alcol B19.1 % bevitori binge e/o fuori pasto B19.2 % bevitori binge e/o fuori pasto consigliati di bere meno B20 Abitudine al fumo B20.1 % fumatori B20.2 % fumatori consigliati di smettere B21 Non autosufficienza B21.1 Tasso di segnalazioni su popolazione >=65 anni B21.1.1 Percentuale casi complessi per PUA o Punto Insieme B21.1.2 Percentuale casi per soggetto segnalatore B221.2 Percentuale attivazione servizi B22 Famiglie e minori B22.1 Tasso di minori fuori famiglia ogni 1000 residenti B22.1.1 Percentuale minori in affidamento familiare B22.1.2 Percentuale minori in accolti nelle strutture B22.2 Tasso di minori in affido familiare ogni 1000 residenti B22.2.1 Percentuale minori stranieri in affidamento familiare B22.2.2 Percentuale minori stranieri non accompagnati in affidamento Codice indicatore Indicatori e sottoindicatori VALUTAZIONE SANITARIA ( C ) C1T Capacità di governo della domanda C1T.1 Tasso di ospedalizzazione standardizzato per 1.000 residenti C1T.1.1 Tasso di ospedalizzazione standardizzato ricoveri ordinari per 1.000 residenti C1T.1.1.1 Tasso ospedalizzazione standardizzato ricoveri ordinari urgenti per 1.000 residenti C1T.1.2 Tasso ospedalizzazione standardizzato Day-hospital per 1000 residenti C1T.1.2.1 Tasso di ospedalizzazione standardizzato DH medico per 1000 residenti C1T.1.2.2 Tasso di ospedalizzazione standardizzato DH chirurgico per 1000 residenti C1T.2 Tasso ospedalizzazione standardizzato DRG Medici acuti 0-64 anni per 1000 residenti C9 Appropriatezza prescrittiva C9.1 Consumo di inibitori di pompa protonica (Antiacidi) C9.2 Tasso di abbandono delle statine (Anticolesterolo) C9.3 Incidenza dei sartani sulle sostanze ad azione sul sistema renina - angiotensina (Antiipertensivi) C9.4 Consumo di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Antidepressivi) C9.5 Consumo di altri antidepressivi (Antidepressivi) C12T Scompenso C12T.1 Tasso ospedalizzazione scompenso per 100.000 residenti 50-74 anni C12T.2 % residenti con Scompenso Cardiaco con almeno una misurazione di creatinina, sodio e potassio C12T.3 % residenti con Scompenso Cardiaco in terapia con terapia con ACEinibitore - sartani C12T.4 % residenti con Scompenso Cardiaco in terapia con terapia con beta-bloccante C12T.5 Prevalenza scompenso 18 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 19 C13T Polmonite C13T.1 Tasso di ricovero per polmonite per 100.000 residenti 20-74 anni C14T Diabete C14T.1 Tasso ospedalizzazione per diabete per 100.000 residenti 20-74 anni C14T.2 % residenti con Diabete con almeno una misurazione della Emoglobina Glicata C14T.3 % residenti con Diabete con almeno un esame della Retina C14T.4 Prevalenza diabete C15T BPCO C15T.1 Tasso ospedalizzazione per BPCO per 100.000 residenti 50-74 anni C16T Integrazione ospedale - territorio C16T.1 Percentuale di ricoveri con degenza superiore a 30 giorni per residenza C16T.2 Tasso di dimissioni con attivazione di assistenza domiciliare integrata per 100.000 abitanti C16T.3 Tasso di ospedalizzazione standardizzato ricoveri ordinari oltresoglia per 100.000 residenti C18T Salute Mentale C18T.1 Percentuale di ricoveri ripetuti entro 30 giorni per pazienti psichiatrici maggiorenni C18T.2 N. medio di ricoveri per paziente psichiatrico maggiorenne C18T.3 Tasso di ricovero con patologie psichiatriche per 100.000 residenti maggiorenni C18T.4 Tasso di ricovero con patologie psichiatriche per 100.000 residenti maggiorenni C18T.5 % di TSO sui dimessi maggiorenni con patologie psichiatriche per residenti C19T Materno infantile C19T.2 Tasso IVG per 1.000 residenti C20T Tasso di prestazioni diagnostica per immagini C20T.2.1 Tasso di prestazioni TAC per 1000 residenti standardizzato per età e sesso C20T.2.2 Tasso di prestazioni RMN per 1000 residenti standardizzato per età e sesso C20T.2.3 Tasso di prestazioni Ecocolordoppler per 1000 residenti standardizzato per età e sesso C21T Pediatria di base C21T.1 Tasso di ospedalizzazione pediatrico per asma per 100.000 residenti (2-17 anni) C21T.2 Tasso di ospedalizzazione pediatrico gastroenterite per 100.000 residenti (<=17 anni) C21T.3 Tasso di ricovero in età pediatrica per 100 residenti (0-14 anni) C22T Ictus C22T.1 % residenti con Ictus in terapia con terapia antitrombotica - ddd > 50% giorni di oss. C22T.2 Prevalenza ictus C23T Ipertensione C23T.1 % residenti con Ipertensione con almeno una misurazione del Profilo Lipidico C23T.2 Prevalenza ipertensione VALUTAZIONE ESTERNA (D ) D1 Valutazione dei cittadini sull’assistenza della pediatria di libera scelta D2 Valutazione dei cittadini sull’assistenza della medicina generale D3 Valutazione dei cittadini sull’assistenza dell’attività ambulatoriale D4 Valutazione dei cittadini sull’assistenza dell’attività diagnostica VALUTAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA ED EFFICIENZA OPERATIVA (F) F12a Efficienza prescrittiva farmaceutica F12a.1 % di inibitori di pompa protonica a brevetto scaduto (Antiacidi) F12a.2 % di statine a brevetto scaduto (Anticolesterolo) F12a.3 % di ACE inibitori non associati a brevetto scaduto (Antiipertensivi) F12a.5 % di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonona a brevetto scaduto (Antidepressivi) F12a.6 % di derivati diidropiridinici a brevetto scaduto (Antiipertensivi) F12a.7 % di ACE inibitori associati a brevetto scaduto (Antiipertensivi) F12a.8 % di macrolidi a brevetto scaduto (Antibiotici) F12a.9 % di fluorochinoloni a brevetto scaduto (Antibiotici) F12a.10 Costo medio per unità posologica di altri antidepressivi (Antidepressivi) F16 Spesa complessiva procapite per servizi sociali erogati F16.1 Compartecipazione utenti F16.2 Compartecipazione SSN F16.3 Spesa sociale F16.3.1 Spesa sociale per ente gestore F16.3.2 Spesa sociale per area di utenza F16.3.3 Spesa sociale per macroarea di interventi e servizi sociali Figura 5 Gli indicatori per l’anno 2009 20 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 4. Gli indicatori per la valutazione dell’integrazione socio-sanitaria (S. Barsanti) Rispetto alla valutazione aziendale, che comprende indicatori che analizzano le diverse componenti, con i rispettivi obiettivi, di una azienda sanitaria, dal presidio ospedaliero, al territorio, ai servizi amministrativi, ecc., gli indicatori dei bersagli delle zone-distretto devono concentrarsi da una parte sulle sole performance del territorio, dall’altra allargarsi alle performance dei servizi sociali, nonché cercare di catturare i risultati e gli output di tutti quei servizi che dovrebbero essere integrati. In particolare un contesto come quello socio-sanitario, caratterizzato dal tentativo di avvicinarsi al territorio, alla co- munità e ai cittadini anche attraverso processi partecipativi, ha reso forte il bisogno di legittimazione e rendicontazione degli investimenti realizzati dai servizi, consolidando l’esigenza di attivare processi valutativi che si articolino, contempo- raneamente, su più livelli. Ma sviluppare processi valutativi nel servizio sociale e socio-integrato comporta certamente alcune difficoltà. Una prima compli- catezza deriva dalla criticità di esprimere gli obiettivi, i metodi ed i risultati attesi dal parte del servizio sociale con un linguaggio che abbia un certo grado di precisione e standardizzazione. Innanzitutto sul versante sociale manca una precisa definizione e classificazione delle «patologie» sociali e delle prestazioni ad esse collegate: se infatti sul versante sanitario il bisogno è certamente espresso dalla presenza di una certa patologia o malattia, curabile in maniera sostanzialmente standardizzata grazie al grande lavoro scientifico e la elaborazione di protocolli clinici di riferimenti, sul versante sociale si fa riferimento a situazioni di fragilità spesso non facilmente classificabili. Gli interventi che ne seguono sono a loro volta poco standardizzabili. Il sistema di welfare riconosce a tutta la popolazione la garanzia di alcuni diritti essenziali: i Livelli essenziali di assistenza ed i Livelli essenziali per le prestazioni sociali rappresentano la specifica traduzione, per i rispettivi ambiti, delle garanzia del cittadino, ovvero dei diritti sociali da questi esigibili. Se sul versante sanitario tali diritti sono esplicitamente definiti attraverso i Lea, su quello sociale, invece, i Liveas sono ancora in fase di determinazione e defini- zione da parte del governo. Una precisa articolazione e definizione dei Liveas risulta però di particolare importanza nella definizione di possibili indicatori e/o standard sociali. Altra criticità è rappresentata dalla mancanza di un flusso informativo sociale, anche a livello nazionale, di dati da cui poter attingere per estrarre le informazioni. Tale criticità è in fase di superamento grazie alla realizzazione di un Osserva- torio regionale sociale che possa mettere in rete i diversi Osservatori sociali provinciali. Le informazioni ed i dati relativi a tale ambito non mancano, ma è necessaria una omogeneizzazione e, in alcuni casi, standardizzazione dei dati in modo da poter confrontare le diverse informazioni e arrivare ad un linguaggio comune, necessario sia per il processo di programma- zione, che per quello di valutazione. La disponibilità continua e sistemica di informazioni affidabili rappresenta, infatti, un elemento strategico per poter effettuare la programmazione, la gestione e infine la valutazione dei servizi socio- sanitari. Il DLgs 229/99 e il DPCM 14.02.2001 definiscono prestazioni socio-sanitarie “tutte le attività atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati, bisogni di salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la continuità tra le azioni di cura e quelle di riabilita- zione”. Nel sistema di valutazione sono stati individuati indicatori che fanno particolare riferimento alle prestazioni socio- sanitarie ad elevata integrazione sanitaria. In particolare sono stati sviluppati indicatori per l’area anziani, l’area famiglie e minori e l’area salute mentale. In particolare l’area anziani include un indicatore riguardante i servizi per la non-autosufficienza (B21). Tale indicatore è stato suddiviso in accesso ai servizi (B21.1) e presa in carico (B21.2). L’indicatore sull’accesso considera il tasso di segnalazioni (B21.1) tramite il rapporto tra le domande pervenute e la po- polazione superiore ai 65 anni. Sono inoltre calcolati alcuni indicatori di tipo più qualitativo del servizio, quali la percentua- le di casi complessi per provenienza (Punto Unico di Accesso o Punto Insieme) e per soggetto segnalatore (utente, familiare, medico, servizi...). Per quanto riguarda invece la presa in carico sono state calcolate le varie percentuali di attivazione dei servizi. In particolare si fa riferimento ai seguenti servizi: • Residenza Sanitaria Assistita temporanea; • Residenza Sanitaria Assistita permanente; • Centro Diurno; • Assistenza Domiciliare Indiretta/ASS. FAMILIARE è l’intervento domiciliare in forma indiretta fornito tramite assi- stente familiare (badante); • Assistenza Domiciliare Indiretta /ALTRE FORME ricomprende sia l’ADI indiretta fornita tramite servizio privato, che l’ADI indiretta fornita tramite contributo per l’assistenza resa da un familiare; • Assistenza Domiciliare Diretta è l’assistenza domiciliare fornita in forma diretta dal servizio pubblico (Asl-Comune); • ALTRI SERVIZI, non c’è una specifica ma comprende tutte le altre tipologie di servizi non ricompresi nelle colonne precedenti. Tali indicatori elaborati dal settore di Integrazione Sociosanitaria e Non autosufficienza e sono stati implementati tra- mite l’applicativo relativo al monitoraggio del fondo per la non autosufficienza. Essendo nuovi indicatori non sono oggetto di valutazione per questo anno. Per l’area dedicata a famiglie e minori (B22) sono stati calcolati indicatori riguardanti i minori fuori famiglia (B22.1), ov- vero il tasso di minori fuori famiglia ogni 1000 residenti (B22.1.1), con la percentuale di dettaglio di minori in affido e minori accolti nelle strutture, e ai minori stranieri in affido familiare (B22.2), con la percentuale di dettaglio di minori stranieri in affidamento e minori stranieri non accompagnati in affido familiare. Quando un minore viene allontanato dal proprio nucleo famigliare su disposizione del giudice ci troviamo sicuramente davanti ad un situazione giunta alla fase di non recupero e quindi tale provvedimento è indicativo del grado di fallimento di tutti i possibili interventi sociali che potevano essere atti- vati prima di tale decisione. In questo senso l’indicatore relativo al tasso di allontanamento dei minori è stato considerato 20 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 21 una misura proxy della capacità dei servizi sociosanitari di intervenire nei processi di recupero delle relazioni familiari per mantenere il minore nel proprio nucleo familiare. Gli indicatori invece relativi ai minori stranieri sono stati inclusi in quanto tale realtà merita un monitoraggio specifico e continuo considerando la sua rapida evoluzione e crescita. Tali indicatori, raccolti dal settore regionale Cittadinanza Sociale, si riferiscono all’anno 2008, in quanto non ancora disponibili i dati per l’anno successivo. Per l’area relativa alla salute mentale (C18T) sono stati definiti alcuni indicatori utilizzando come fonte le schede di dimissioni ospedaliere relative all’anno 2009; in particolare sono stati calcolati: • la percentuale di ricoveri ripetuti per patologie psichiatriche (C18T.1); • il numero medio di ricoveri ripetuti per paziente psichiatrico (C18T.2); • il tasso di ricovero per patologie psichiatriche per maggiorenni (C18T.3); • il tasso di ricovero per patologie psichiatriche per minorenni (C18T.4); • la percentuale di TSO sui ricoveri con patologie psichiatriche per residenti (C18T.5). Per quanto riguarda invece la valutazione dell’integrazione tra ospedale e territorio (C16T), sono stati implementati alcuni indicatori indiretti, più propriamente sanitari, tra cui la percentuale di ricoveri con degenza superiore a 30 giorni in qualsiasi struttura ospedaliera (C16T.1), il tasso di dimissioni con attivazione di ADI (C16T) e tasso di ospedalizzazione standardizzato dei ricoveri ordinari medici oltre soglia (C16T.3). In particolare la percentuale di ricoveri maggiore di 30 giorni permette di misurare indirettamente non solo l’efficacia delle cure territoriali, ma anche la continuità assistenziale tra ospedale e servizio socio-sanitari: un elevato numero, infatti, di ricoveri superiore a 30 giorni, depurati dalla casistica più complessa, può evidenziare una scarsa organizzazione a livello territoriale per la gestione dei c.d. «ricoveri sociali», che richiederebbero ad esempio l’accoglienza dei pazienti non autosufficienti in strutture residenziali protette sulla base di un progetto assistenziale individualizzato. L’indicatore relativo invece al tasso di dimissioni in ADI presenta ancora alcune difficoltà avendo valori, sia in termini assoluti che relativi, piuttosto bassi e assai diversi tra SdS/zone-distretto: ciò può essere dovuto ad una cattiva o incom- pleta compilazione del campo di riferimento nella scheda di dimissione ospedaliera. Se si analizza per l’anno 2009 la mo- dalità di dimissione ospedaliera il 93,40% avviene tramite dimissione ordinaria, mentre del restante 6.6% di dimissioni solo l’1,73% (ovvero 761 casi) risulta avere una dimissione con attivazione di ADI, l’8,73% ha una dimissione con ospedalizzazione domiciliare, il 4.39% risulta avere una dimissione in RSA ed i restanti casi comprendono dimissioni volontarie, deceduti, tra- sferimenti interni e esterni e trasferimenti in riabilitazione. Si è ritenuto comunque importante mostrare ai professionisti i valori dell’indicatore selezionato in modo da capire eventuali problematiche e stimolare la compilazione di tale campo. 5. I prospetti di sintesi dei risultati delle 34 SdS/zone-distretto toscane (S. Nuti, S. Barsanti) Di seguito si riportano i bersagli di ciascuna delle 34 SdS/zone-distretto del sistema sanitario toscano in ordine di Azienda Sanitaria. Si è infatti ritenuto necessario dotare il management sanitario e i direttori delle aziende dello stesso strumento di governance per le SdS/zone-distretto utilizzato per la valutazione delle aziende. Tale prospetto di sintesi non è certamente esaustivo, ma rappresenta una modalità con cui poter leggere efficacemente i risultati delle zone-distretto in maniera sintetica e chiara. Vari possono comunque essere gli strumenti di governance con i quali è possibile leggere in maniera critica i risultati di sintesi delle zone ed il Laboratorio MeS, in collaborazione con la Direzione Regionale, sta già sperimentano altre forme di rappresentazione che siano in grado anche di dare una lettura dinamica dei fenomeni e dei processi in corso. A partire dal 2007 il sistema di valutazione, sia aziendale che di zona-distretto, è accessibile per tutti gli operatori ed il management sanitario tramite password via web al seguente indirizzo http://report.sssup.it. Da luglio 2008 i dati relativi alle Aziende Sanitarie sono accessibili anche ai cittadini sul sito http://www.valutazionesanitatoscana.sssup.it. 22 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 22 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 23 24 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 24 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 25 26 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 26 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 27 28 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 28 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 29 30 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 30 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 31 32 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 32 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 33 34 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 34 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 35 36 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 36 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 37 38 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO 38 – PARTE I - IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE DELLE SdS/ZONE-DISTRETTO a cura di Sabina Nuti e Sara Barsanti – 39 PARTE II LA VALUTAZIONE DELLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE E CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE a cura di Barbara Lupi e Sara Barsanti 42 – PARTE II - LA VALUTAZIONE DELLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE E CARATTERISTICHE SOCIO-DEMOGRAFICHE                                                                         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0 a cura di Barbara Lupi e Sara Barsanti – 43                                                                                                     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               �                                            a cura di Barbara Lupi e Sara Barsanti – 51     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PERSEGUIMENTO DELLE STRATEGIE REGIONALI                                                                                                    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STRATEGIE REGIONALI                                                                                                                                        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                                                                                                                                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                                                                                                                                         104 – PARTE IV - LA VALUTAZIONE SOCIO SANITARIA                                                                                            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Bonini – 107                                                                                                                      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     116 – PARTE IV - LA VALUTAZIONE SOCIO SANITARIA                                                                   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                                                                                                                                         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di Anna Bonini – 127                                                                                                                                                   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                                                                                                                           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                                                                                                                                 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PARTE IV - LA VALUTAZIONE SOCIO SANITARIA                                                                                                                                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       a cura di Anna Bonini – 163                                                                                                                                                   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                                                                                                                             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    a cura di Anna Maria Murante – 201     202 – PARTE V - LA VALUTAZIONE ESTERNA                      a cura di Anna Maria Murante – 203                      204 – PARTE V - LA VALUTAZIONE ESTERNA   a cura di Anna Maria Murante – 205   206 – PARTE V - LA VALUTAZIONE ESTERNA   a cura di Anna Maria Murante – 207   208 – PARTE V - LA VALUTAZIONE ESTERNA                    a cura di Anna Maria Murante – 209    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                   a cura di Anna Maria Murante – 215         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Vainieri e Silvia Zett 222 – PARTE VI - LA VALUTAZIONE DELL’EFFICIENZA OPERATIVA E DINAMICA ECONOMICO-FINANZIARIA                   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Silvia Zett – 227                                                                                                                                          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private a livello regionale, nazionale ed internazionale. La sua missione consiste nel valorizzare le logiche fondanti del sistema sanitario pubblico, nello studio e valutazione delle sue specificità, nel confronto tra diversi sistemi regionali ed internazionali, nell’innovazione organizzativa e gestionale a beneficio della tutela della salute, ed infine nella siste- matizzazione di know-how manageriale per chi opera nel mondo della sanità. In questa prospettiva il Laboratorio MeS ha progettato e sviluppato il sistema di valutazione della performance per la sanità toscana, ovvero uno strumento di governo regionale in grado di supportare, valutare e valorizzare l’azione delle Aziende socio- sanitarie quali attori fondamentali del sistema. A partire del 2008 inoltre, per indirizzare i processi di programmazione e valutazione dei risultati, alcune Regioni hanno aderito al sistema e ne costituiscono il network. Le Regioni che ad oggi fanno parte del network sono la Liguria, il Piemonte, l’Umbria e la Provincia Autonoma di Trento. A livello nazionale il Ministero della Salute ha affidato al Laboratorio MeS, nell’ambito del Progetto SIVEAS, l’elaborazione, in via sperimentale, di un primo gruppo di indicatori per misurare l’appropriatezza, l’efficienza e la qualità dei servizi sanitari erogati, elaborati a livello regionale e di singolo soggetto erogatore. Il Laboratorio MeS adotta un approccio alla valutazione multidisciplinare, integrando metodologie statistiche sia quantitative che qualitative; in quest’ottica è stato anche attivato un Centro C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interviewing) per lo svol- gimento di indagini telefoniche a cittadini/pazienti sull’esperienza e la soddisfazione per i servizi assistenziali. Il responsabile scientifico del sistema di valutazione è la Prof. Sabina Nuti, il coordinatore operativo Anna Bonini, il responsabile del sistema informativo Domenico Cerasuolo. Ill Laboratorio MeS è organizzato nelle seguenti aree di attività: AREA VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Responsabile: Anna Bonini Sottoarea farmaceutica: Linda Marcacci Sottoarea valutazione esterna: Anna Maria Murante, Hao Li, Stefano Li Pira Ricercatori: Sara Barsanti, Barbara Lupi, Chiara Speroni, Giulia Capitani, Nicola Iacovino AREA ELABORAZIONE DATI E SUPPORTO STATISTICO Responsabile: Chiara Seghieri Ricercatori: Maria Sole Bramanti, Valentina Rosellini AREA EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ ECONOMICA Responsabile: Milena Vainieri Ricercatori: Carmen Calabrese, Manuela Gussoni, Silvia Zett, Cinzia Panero, Cristina Campanale AREA FORMAZIONE, COMUNICAZIONE E RISORSE UMANE Responsabile: Manuela Furlan Ricercatori: Linda Palatella, Francesca Sanna, Maria Giulia Sinigaglia, Armando Todaro SISTEMI INFORMATIVI Responsabile: Domenico Cerasuolo Collaboratore: Gaetano Esposito COORDINAMENTO AMMINISTRATIVO Responsabile: Elena Andrenacci Collaboratori: Antontella Cacace, Manuela dal Poggetto, Elisa Tofani I dati contenuti nel presente report sono generati direttamente dal sistema web progettato e realizzato in tutte le sue parti da Domenico Cerasuolo www.meslab.sssup.it Finito di stampare nel mese di settembre 2010 in Pisa dalle EDIZIONI ETS Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa info@edizioniets.com www.edizioniets.com