L’articolo parte dal dato del velocissimo incremento, soprattutto a partire dal ventunesimo secolo, del numero degli accordi regionali e dalle ragioni che, in generale, e quanto al settore agroalimentare, possono aver spinto gli Stati verso tali tipologie di trattati commerciali. L’incremento numerico è stato accompagnato da una evoluzione nei contenuti degli accordi commerciali regionali, finalizzati in maniera sempre più netta all’introduzione di previsioni cosiddette behind the border e tese ad una integrazione più profonda, essendo imperniati in misura più rilevante su questioni regolatorie che su impegni tariffari. Ciò avviene anche in campo agroalimentare. Il lavoro, da una parte, ipotizza che la ragione della volontà di allineamento delle regole nel settore in esame sia legata al fenomeno della frammentazione internazionale del sistema di produzione agroalimentare (global food value chain). Dall’altra parte, cerca di rispondere alla domanda circa il motivo per cui gli Stati sono interessati a concludere accordi ‘ad alta intensità regolatoria’, dal momento che esiste già in seno agli accordi WTO un sistema di armonizzazione delle misure non tariffarie che potrebbero ostacolare il commercio dei prodotti agro-alimentari. Da ultimo, poiché i nuovi accordi hanno il potenziale di rimodellare significativamente il panorama giuridico delle discipline che ne formano oggetto, si tenta di comprendere quale ruolo potrebbero avere gli accordi “mega-regionali” nell’elaborazione del diritto agrario e alimentare del futuro, che, per i motivi esaminati nel lavoro, dovrà affrontare la sfida di mostrarsi più integrato e coerente a livello globale.

Gli accordi commerciali “mega-regionali” e l’elaborazione del diritto agroalimentare

ALABRESE, Mariagrazia
2017-01-01

Abstract

L’articolo parte dal dato del velocissimo incremento, soprattutto a partire dal ventunesimo secolo, del numero degli accordi regionali e dalle ragioni che, in generale, e quanto al settore agroalimentare, possono aver spinto gli Stati verso tali tipologie di trattati commerciali. L’incremento numerico è stato accompagnato da una evoluzione nei contenuti degli accordi commerciali regionali, finalizzati in maniera sempre più netta all’introduzione di previsioni cosiddette behind the border e tese ad una integrazione più profonda, essendo imperniati in misura più rilevante su questioni regolatorie che su impegni tariffari. Ciò avviene anche in campo agroalimentare. Il lavoro, da una parte, ipotizza che la ragione della volontà di allineamento delle regole nel settore in esame sia legata al fenomeno della frammentazione internazionale del sistema di produzione agroalimentare (global food value chain). Dall’altra parte, cerca di rispondere alla domanda circa il motivo per cui gli Stati sono interessati a concludere accordi ‘ad alta intensità regolatoria’, dal momento che esiste già in seno agli accordi WTO un sistema di armonizzazione delle misure non tariffarie che potrebbero ostacolare il commercio dei prodotti agro-alimentari. Da ultimo, poiché i nuovi accordi hanno il potenziale di rimodellare significativamente il panorama giuridico delle discipline che ne formano oggetto, si tenta di comprendere quale ruolo potrebbero avere gli accordi “mega-regionali” nell’elaborazione del diritto agrario e alimentare del futuro, che, per i motivi esaminati nel lavoro, dovrà affrontare la sfida di mostrarsi più integrato e coerente a livello globale.
2017
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