Il presente scritto, impiegando una prospettiva di ricerca interdisciplinare, si propone di argomentare due tesi: la prima è che il rapporto tra diritto e antisemitismo è più complesso di quanto si tende comunemente a ritenere; la seconda è che i media istituzionali, riflettendo e alimentando un’erronea e semplicistica visione di tale rapporto, tendono a enfatizzare il ruolo del diritto penale e, al contempo, a sottovalutare la valenza stigmatizzante delle sanzioni giuridiche alternative. Il contributo è pertanto strutturato come segue. In primo luogo, si presenta “l’orizzonte di aspettative” dei media (e della collettività più in generale) con riguardo alla criminalizzazione dell’antisemitismo. Successivamente, si offre una schematica rappresentazione della complessità del rapporto tra diritto (punitivo) e antisemitismo, così da provare l’erroneità delle predette attese. Di seguito, si presenta l’analisi di tre casi che, da un lato, dimostrano l’eterogeneità delle risposte sanzionatorie dell’ordinamento giuridico a condotte che manifestano connotati antisemiti e che, dall’altro, rappresentano i principali vizi dell’attitudine comunicativa dei media istituzionali a tal riguardo. Dopo aver riflettuto criticamente sull’efficacia simbolica delle sanzioni alternative, si descrivono quindi alcune raccomandazioni in materia di comunicazione (mediatica) del rapporto tra diritto punitivo e antisemitismo volte a ripristinare una efficace contronarrazione (istituzionale) di contrasto a tale fenomeno. Infine, si traggono alcune conclusioni generali sulla valenza costitutiva che la dimensione giuridica (latamente intesa) ha nella definizione, comprensione, prevenzione e repressione dell’antisemitismo.
Funzione comunicativa del diritto punitivo e contronarrazione mediatica in materia di antisemitismo
filippo venturi
2023-01-01
Abstract
Il presente scritto, impiegando una prospettiva di ricerca interdisciplinare, si propone di argomentare due tesi: la prima è che il rapporto tra diritto e antisemitismo è più complesso di quanto si tende comunemente a ritenere; la seconda è che i media istituzionali, riflettendo e alimentando un’erronea e semplicistica visione di tale rapporto, tendono a enfatizzare il ruolo del diritto penale e, al contempo, a sottovalutare la valenza stigmatizzante delle sanzioni giuridiche alternative. Il contributo è pertanto strutturato come segue. In primo luogo, si presenta “l’orizzonte di aspettative” dei media (e della collettività più in generale) con riguardo alla criminalizzazione dell’antisemitismo. Successivamente, si offre una schematica rappresentazione della complessità del rapporto tra diritto (punitivo) e antisemitismo, così da provare l’erroneità delle predette attese. Di seguito, si presenta l’analisi di tre casi che, da un lato, dimostrano l’eterogeneità delle risposte sanzionatorie dell’ordinamento giuridico a condotte che manifestano connotati antisemiti e che, dall’altro, rappresentano i principali vizi dell’attitudine comunicativa dei media istituzionali a tal riguardo. Dopo aver riflettuto criticamente sull’efficacia simbolica delle sanzioni alternative, si descrivono quindi alcune raccomandazioni in materia di comunicazione (mediatica) del rapporto tra diritto punitivo e antisemitismo volte a ripristinare una efficace contronarrazione (istituzionale) di contrasto a tale fenomeno. Infine, si traggono alcune conclusioni generali sulla valenza costitutiva che la dimensione giuridica (latamente intesa) ha nella definizione, comprensione, prevenzione e repressione dell’antisemitismo.File | Dimensione | Formato | |
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